Tre romanzi di Carlo Barbera nella recensione di Alba Bottari

Carlo Barbera affronta con naturalezza le dinamiche dei vincoli affettivi controversi, i cui effetti si dispiegano in modo diverso sui suoi tre personaggi: Antonio, Alberto, Luigi.

In un percorso segnato da dialoghi spesso immediati e molto semplici, il lettore più attento può scorgere l’animo di ciascuno di essi attraverso il silenzio, attraverso più le parole non dette che quelle proferite.

Antonio, oppresso da una famiglia bigotta e attaccata alle formalità, si innamorerà di una donna estroversa e caparbia, attratto dalla sua diversità. Ossessionato dalla necessità di realizzarsi compiutamente nel mondo del lavoro, obbligherà la moglie e la figlia nata dalla loro unione a seguirlo e a condurre una vita fatta di assenze e privazioni affettive. Perderà entrambe e alla morte della moglie cercherà di essere il migliore dei padri. Sarà proprio la figlia a insegnargli che l’amore è qualcosa di diverso dall’imposizione e dalle catene.

Alberto, rampollo di una famiglia benestante, vive le giornate senza alcun pensiero verso il futuro.

Libero, irriverente, senza freni morali. Pur quando si innamorerà follemente non riuscirà a trovare un equilibrio e continuerà a crogiolarsi nelle dissennatezze, finendo con il perdere la donna amata. Pervaso dal dolore scapperà lasciando la terra natìa per ritrovare sé stesso. Imparerà ad essere un uomo e tornerà, e il ritorno lo porterà a una verità,  che la fuga gli aveva impedito di scoprire.

Infine Luigi, primo e unico maschio di tre figli, oggetto di un amore materno sconfinato, decide, dopo aver intrapreso e concluso un percorso di studi imposto dalle aspettative materne, di allontanarsi per cercare la sua strada. L’allontanamento gli causa la perdita della donna amata, in un tiro alla fune fatto di ricatti e compromessi. La morte della madre lo riporterà alla sua terra, rimettendolo in gioco nel tentativo di recuperare il tempo interrotto molti anni prima. Qui incontrerà Fatìa.

Tre personaggi legati da una sofferenza interiore, un nodo irrisolto che affonda le radici nei controversi rapporti familiari. La vita consentirà loro di comprendere nel profondo le vere motivazioni e darà loro modo di tentare il riscatto e di modificare il finale quasi scontato.

Ad accomunare tutti e tre un dolore, combattuto nei modi più disparati, mai davvero affrontato apertamente e sempre negato nel tentativo di appigliarsi al rassicurante mondo conosciuto. Scopriranno nuove realtà e raggiungeranno la consapevolezza durante l’autunno della loro vita, con un coraggio inconsueto, una forza d’animo sorprendenti che li rimetteranno in gioco proprio nel momento in cui hanno perso tutto.

L’illusione lascia finalmente spazio alla consapevolezza, la paura di perdere gli affetti alla voglia di ritrovarne di nuovi e più reali, la ribellione all’accettazione dei propri e altrui limiti. Amori controversi, ambivalenze e manipolazioni provenienti proprio dai contesti insospettabili, si riverseranno sui personaggi rendendoli vittime e a loro volta carnefici.

La perizia dell’autore sta nel porsi al di fuori e al di sopra, nel non dare mai soluzioni, nel non esprimere giudizi nonostante un’evidente fonte autobiografica. Lasca libero il lettore di immedesimarsi, di ritrovarsi nei personaggi cogliendo talvolta quel lato grottesco che nella vita reale e in una visione soggettiva sfugge all’analisi di chi certe situazioni le vive. Ciò che è reso evidente non è dunque la causa scatenante, che è, e rimane tema aperto di analisi, ma la conseguenza, il comportamento artificioso dei personaggi che, tra uno spasmo e l’altro di spirito libertario, vivono costantemente attaccati a un filo.  Non si frappone mai dunque tra i personaggi e chi ne legge le vicissitudini, non palesa i loro sentimenti, non li dispiega attraverso forme espressive o verbali ma semplicemente si limita a riferire conversazioni, a narrare fatti e descrivere ambienti e azioni senza porgere alcuno aiuto, esattamente come accadrebbe nella vita reale.

Proprio come nella vita reale il lettore, che diventa interlocutore silenzioso, viene chiamato alla comprensione, all’interpretazione. Egli si troverà proiettato insieme a loro, quasi un compagno di viaggio, chiamato a intrufolarsi nelle loro vite.

Una volta lasciata la strada maestra il percorso che infine conduce all’epilogo di ogni racconto ha nel frattempo creato altre diramazioni, al punto che ogni lettore alla fine si riscopre autore e protagonista a sua volta quasi a poter tornare indietro, al bivio, e tentare una nuova via.